Andrea, Ormai lavori come illustratore da diversi anni, quale è stata la tua formazione artistica e come ti sei avvicinato al mondo dell’illustrazione per ragazzi?
Dopo il Liceo Artistico ho frequentato un corso di formazione professionale all’Albe Steiner di Ravenna in cui ho avvicinato il mondo dell’illustrazione editoriale. Gli anni successivi, passati al Dams Arte, sono stati fondamentali per conoscere le grandezze altrui e accettare dignitosamente i propri limiti!
Il tuo primo libro pubblicato?
“Shyro” di Francesca Gallo, Edicolors
Lavori anche all’estero. Ci sono differenze sostanziali tra editori stranieri e italiani nella tua esperienza? Mi riferisco alle scelte dei testi, il modo in cui si lavora, in cui un illustratore viene seguito più o meno, la quantità di libertà che si ha e il dialogo che se può avere con un editore?
Sostanzialmente non trovo grosse differenze tra editori stranieri e italiani per quello che concerne la metodologia di lavoro.
Con le case editrici estere le comunicazioni avvengono quasi sempre tramite e-mail che da un lato, raffreddano gli scambi, ma dall’altro, permettono di decifrare bene il loro pensiero e di calibrare al meglio le eventuali repliche.
Al contrario, in Italia, attraverso telefono e skype si parla di più e la divagazione è sempre dietro l’angolo (specie se si è prolissi come il sottoscritto!)… Però ammetto che da tante collaborazioni e chiacchierate nostrane sono nate belle amicizie.
Il tuo ultimo libro illustrato, a meno che sia uscito qualcosa nel frattempo, dovrebbe essere IL CAMMINO DEI DIRITTI. A lavoro fatto, ora che tutto è su carta e in distribuzione, cosa ne pensi?
Considero Il cammino dei diritti un libro “generoso” perché le difficoltà per illustrarlo sono state ampiamente ripagate dal risultato finale. Come tutti gli illustratori sono molto pignolo ed esigente sulla fase finale di un libro e capita spesso che la stampa, ultimo anello della catena produttiva, venga trascurata compromettendo il lavoro fin a quel punto svolto.
In questo caso Il cammino dei diritti è davvero il risultato di un felice connubio di tante forze competenti e appassionate.
Come racconteresti, dal tuo punto di vista, la nascita e lo sviluppo di questo progetto? Mi riferisco effettivamente ai fatti, così come li hai vissuti tu, alle difficoltà e alle mete raggiunte.
È stato un percorso in salita, pieno di mete da conquistare. Illustrare venti diritti umani significa confrontarsi con altrettante realtà, caratterizzate ognuna da contesti socio/storici diversissimi tra loro. Inoltre, un libro rivolto ai bambini amplia enormemente la fascia di lettori, perciò non sono ammesse banalizzazioni, crudi realismi, metafore o simbologie troppo criptiche, specie quando ti ritrovi tra i diritti conquistati da illustrare, l’abolizione della pena di morte, della tortura, dell’apartheid. Per cercare il giusto approccio sono state fondamentali le poesie dell’autrice Janna Carioli, brillanti trampolini di lancio per le mie “spedizioni creative”!
La tecnica che hai usato per questo libro rappresenta una novità giusto? Ce ne vuoi parlare?
È una novità per il mio modo di lavorare in cui la tecnica analogica ha sempre predominato su quella digitale.
Per Il cammino dei diritti ho preferito adottare una visione più grafica e meno realistica ritenendo indispensabile astrarre le forme per trascenderle da concetti che oggettivamente risultavano difficili da trattare con immagini troppo concrete. Per far ciò, le geometrie e le campiture piatte digitali sono state l’ideale.
Al fine di rafforzare il lirismo delle immagini e renderle più calde e morbide, ho applicato texture ricavate dall’impiego di matite colorate su vera carta di cellulosa.
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Particolare della tavola realizzata per l’anno 1984 in cui nasce la Convenzione contro la tortura. È un esempio delle geometrie e delle campiture texturizzate di Andrea. L’immagine è qui usata come invito al flashback in occasione della giornata dei diritti dei bambini il 20 novembre, quest’anno anche 25esimo anniversario della Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia. |
Il libro più complesso che hai illustrato fino a ora?
Il cammino dei diritti per i motivi sopra descritti.
Lo scoglio più grande trovato nell’illustrare IL CAMMINO DEI DIRITTI?
Direi la tavola relativa all’abolizione delle torture… quanti bozzetti prima di giungere alla soluzione che soddisfacesse tutti! Si trattava di rappresentare la tortura e la sua negazione senza ricorrere a immagini simboliche intrise di retorica trita e ritrita.
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Doppia pagina tratta da IL CAMMINO DEI DIRITTI per la Convenzione contro la tortura. |
La tavola che ti è riuscita più spontaneamente? Perché?
L’immagine nata con più spontaneità è quella relativa alla Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino. approvata dal parlamento francese nel lontano 1789.
Nella poesia di Janna, Liberté, Égalité, Fraternité si parla di un Re evanescente. Ho quindi pensato di contrapporre a quest’ultimo una moltitudine variegata di persone libere e felici, che bene incarnano il motto repubblicano e il popolo, qui, letteralmente “sovrano”.
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La tavola realizzata per la poesia Liberté, Égalité, Fraternité è carica di citazione, per chi le saprà cogliere, osservando attentamente il popolo sovrano. |
I tuoi riferimenti artistici sono forti e ben sedimentati nel tuo lavoro. Ce n’è vuoi parlare?
Ho sempre pensato che il modo migliore per evolversi sia quello di attingere dalle fonti più elevate, quelle dei grandi maestri della pittura, del cinema, della comunicazione visiva. Lo credo ancora fermamente anche se, con il passare degli anni, sono diventato sempre più onnivoro e le mie attenzioni sconfinano anche in ambiti meno nobili, come quello dei cartoon, dei serial televisivi e dei videogiochi (rigorosamente vintage, eheh).
Se ti chiedessi a bruciapelo: forma o colore? Cosa sceglieresti senza pensarci un attimo?
Forma! Ma la riempio subito di colore!
Cosa desidereresti ardentemente che un editore ti chiedesse di illustrare?
Dopo la faticaccia del Cammino, la favola dei tre porcellini.
– Se non fosse che visti i tuoi gusti e interessi ti imbatteresti, forse, in problemi da non poco come questi (N. d. R.)…
Hai mai pensato all’autoproduzione di un tuo progetto?
Si, nel caso di App ci ho pensato, magari in futuro…
L’ultimo libro letto?
L’elefante scomparso di Murakami
L’ultimo libro (illustrato) guardato?
Ieri sera, insieme a mia figlia, ho letto Voglio il mio cappello! di Klassen e ri-ri-ri-letto un librone pop-up sulle principesse di Tony Wolf. Per ora le principesse hanno vinto, ma confido in una futura rimonta dell’orso!