IL CAMMINO DEI DIRITTI

>> Il cammino dei diritti, >>Andrea Rivola, >>Janna Carioli, Cosa succede
È stato un lavoro intenso e di squadra. Ognuno ha donato del proprio: competenze, esperienze, voglia di partecipare e, soprattutto, moltissima passione e disponibilità a mettersi in gioco.
Alla fine tutto questo ha un titolo, IL CAMMINO DEI DIRITTI, e due facce, un albo illustrato e un cofanetto in schede della storica collana Le carte in tavola.
Enzima catalizzante di questa speciale alchimia è Amnesty International Italia e, ancora più nel dettaglio, la sua instancabile (e creativissima, si passi il superlativo inconsueto, chi fosse curioso può verificarlo qui, qui o qui ) sezione ‘kids‘. È da qui che arriva l’esigenza di dare corpo, sotto forma di libro, a un’urgenza sempre più pressante: raccontare ai bambini la storia, sofferta e gioiosa assieme, dell’acquisizione dei diritti umani.
Già alcuni sussidi didattici erano stati elaborati da Amnestykids, ci piace ricordarne almeno uno, diretto predecessore di questo, perché ha la mano intelligente di una delle nostre illustratrici preferite, Agnese Baruzzi. Questo è stato il punto di partenza con cui Amnesty kids ha espresso un desiderio: trasformare questo cammino in un libro vero e proprio.
La risposta di Fatatrac è stata immediata: sì!
E poi è seguito il lavoro, prima la scelta, non facile, delle principali tappe del cammino, fatta con cura da Alberto Emiletti e Flavia Citton di Amnesty, che fino alla fine hanno valutato e soppesato. Quindi la stesura dei testi: data, luogo e breve descrizione del fatto storico. Non una semplice didascalia, ma una maniera misurata e scrupolosa di passare un’informazione giusta e uno strumento, di cui si suggerisce l’utilizzo nel ‘bugiardino’ che, come nel caso de L’alfabeto dei sentimenti, accompagna la versione delle carte in tavola.
L’immagine per la data del 1991, dedicata al diritto delle donne dell’Arabia Saudita a guidare.
È stata la volta della scelta dell’illustratore: Andrea Rivola. È stato giusto scegliere Andrea, perché ironico, leggero ma con un pensiero attento e indagatore. Gentile, garbato, ma forte nel tratto e nell’immaginario, forte come le giustapposizioni di colore quando passa da luce a ombra, attraversando spesso semitoni sgargianti, creando armonie contrastate, chiassose e vitali.
Andrea è certamente mano e  testa che lavorano carichi di memoria; i rimandi ai vecchi cartoon o a certi maestri dell’illustrazione sono evidenti, ma assimilati sotto forma di omaggio consapevole e impastati come colori a olio sulla tavolozza di un manierista (il rimando all’antico non è casuale). Poi è disegnatore abilissimo, dal tratto sicuro, le cui “matite” durante le lavorazioni molto raccontano. Colore e segno si misurano perfetti e complementari nel descrivere narrando, non ritraendo, personaggi reali. In questo Andrea non è certo nuovo, lo avevamo ammirato in un bellissimo albo  di Sinnos: tra le pagine, inaspetatti, spuntavano visi di persone conosciute, reali, talora amiche. Anche per questo Andrea è parso l’artista adatto. Inoltre Andrea fa parte di quella mirabile schiera di illustratori da definire artisti e artigiani, sempre pronti a sperimentare, confrontarsi con le tecniche, mettersi ‘a servizio’ di un testo. Qui l’artigiano si è cimentato con una tecnica nuova per lui, il digitale puro, caricandola poi di tutta l’esperienza visionaria e stilistica dell’illustratore-artista.
Poesia e immagine per Malala, ora premio Nobel per la pace.
Una volta tanto, raccontiamolo, il percorso èstato inverso, perché lautrice è arrivata dopo, in un secondo tempo. Il rischio però è stato quello di non averla. Lapidarie le parole qualche settimana prima, quando ancora si pensava a lei, ma non si osava chiedere: Sono stanca, adesso per qualche mese niente libri, mi riposo!. Eppure Janna Carioli, progetto alla mano, dopo la primissima stesura di Amnesty, ancora abbozzata e con molte cose da rivedere, chiama e sicura: Lo faccio, è un progetto troppo bello questo!.
Le servono alcune settimane di lavoro non semplice, dove tutto èvalutato come sotto una lente e condiviso. Scivolare su uninterpretazione distorta è un attimo, per cui tutto viene soppesato. Janna non èsolo una scrittrice abile, che maneggia la lingua poetica come fosse un gioco, di novenari, a volte, che si inseguono a perdfiato, o di rime che si baciano e a due a due sembrano chiudere le braccia per cullare, o ancora di personificazioni vitali che sanno avvilupparsi e ammantare tutto di unaura epicaJanna èanche una scrittrice, generosa e pasionaria, che sa rapire e catturare perchépesca direttamente a quel patrimonio comune della ritmica popolare, vicina, che subito deve comunicare, coinvolgere e fare cantare.
 
È la sua storia che lo ribadisce: anni di militanza musicale”  diventano ora quel tesoro prezioso e unico con cui tante volte ci ha stupito in poesia. Anche lei sa essere artista e artigiana: porta unessenza di anni e di passioni, ma capisce, ragiona, ascolta, dialoga, si spende, si mette in discussione.

Un libro corale, ancora una volta per tutti, si spera, e da leggere a voce alta!

Un pensiero su “IL CAMMINO DEI DIRITTI

Lascia un commento