CONCORSO INVENTASTORIE

>>Fabrizio Silei, >>L'Inventastorie, Cosa succede
 Siamo lieti di annunciarvi che… 
IL MAGO PICCHIATELLO
Autrice: Zoe di 5 anni, Codroipo (Udine)
 
C’era una volta un mago speciale che riusciva a trasformare gli animali in cavalieri. Aveva il suo assistente che era un coniglio. Aveva due denti come i castori e una carota blu in mano che era il suo bastone magico. Il piccio della carota non era verde ma era d’oro. Un giorno il mago Senzanome trasformò il piccio della carota in piccio giallo che assomigliava che era un piccio vecchio. Il coniglio si chiamava Glu e voleva il piccio nuovo e ha chiesto al mago di trasformarlo per farlo contento. Il mago Senzanome gli ha detto “Sì” ma, in cambio, gli ha chiesto un bastone magico. Ma il coniglio non glielo voleva dare perché aveva paura che lo trasformasse in corpo di topo e testa di coniglio. Ma alla fine il Mago lo ha convinto e il coniglio ha detto “Va bene”. Il Mago però non sapeva come si usava il bastone e lo ha fatto girare e girare finchè il mondo è diventato soprasotto, tipo tutte le persone a testa in giù e camminavano con la testa all’ingiù. Il mago ha pensato di rimediare ma in che modo? Usando il bastone ma così ha creato un altro problema e tutta una confusione. La gente era tutta arrabbiata con lui. Alla fine ha preso il suo libro degli incantesimi e ha messo tutto in ordine. Il coniglio lo ha sgridato “Non lo fare più, quando le cose non sai come si usano”. Il mago gli ha ridato il bastone con il piccio nuovo e gli ha chiesto scusa. E poi hanno fatto pace e il mago ha avuto un nome “Cuore rosso picchiatello” e, insieme, sono stati felici e contenti a fare tante magie buone e gentili.

JANNA CARIOLI E “L’ALFABETO DEI SENTIMENTI”; AL FESTIVALETTERATURA DI MANTOVA

>>Janna Carioli, >>L'alfabeto dei sentimenti, >>Sonia M.L. Possentini, Cosa succede

-Che cosa significa “irriverente”?- Con questa domanda di Pino Costalunga è iniziato l’incontro Bambini irriverenti che si è tenuto a Mantova giovedì 5 settembre in occasione del Festivaletteratura e che ha visti coinvolti l’autrice di libri per ragazzi Janna Carioli e lo scrittore svedese Ulf Stark. Il pubblico, gremito di bambini e ragazzi accaldati e irriverenti al punto giusto, non ha esitato a rispondere alla domanda dell’attore e per tutta la durata dell’incontro ha contribuito con interventi a volte seri e profondi, a volte a dir poco esilaranti.
L’effetto delle letture di Janna Carioli del resto non poteva che essere di genuino coinvolgimento. I suoi versi arguti, ironici e pieni di ritmo sanno divertire, facendo acrobazie sulla linea di confine del “comunemente accettato” e riflettere, giocando anche con le contraddizioni dei grandi che i piccoli sono tanto bravi a cogliere.
Alcune delle poesie lette da Pino Costalunga e da Janna Carioli fanno parte del nuovo libro dell’autrice, L’alfabeto dei sentimenti, illustrato da Sonia M. L. Possentini. Il pubblico del Festival ha così potuto ascoltare la B di batticuore, la O di odio, la Z di zitto e la R di rabbia che riportiamo qui.
Ti cascasse il moccico dal naso
sull’ultimo cucchiaio di gelato
e proprio mentre stai per fare un salto
inciampassi come un merlo sopra il prato!
Ti andasse di traverso la merenda!
Perdessi l’album delle figurine!
Ti si rompesse anche il videogioco
quando sei a un livello dalla fine!
E mentre ti succede tutto quanto
me ne starò lì impalato e sai perchè?
Per tutti i dispetti che mi hai fatto
io sono arrabbiatissimo con te!
 Ad ogni lettera dell’alfabeto è associato qui un sentimento, ogni doppia pagina ospita una poesia e un’illustrazione capaci di restituire, in un perfetto equilibrio tra parola e immagine, tutta la forza e l’intensità del sentimento che raccontano. 
Questo albo, alto e stretto, è un invito a scoprirsi, a imparare il linguaggio dei sentimenti e a farli vivere per crescere. Se poi con l’alfabeto viene voglia di giocare, tra poco sarà disponibile anche la versione Cartaintavola!
 
Se volete leggerne una recensione speciale, ecco quella su zazie news. Cliccate qui.
Ecco come ha risposto ad alcune nostre domande:
 
Come è nata l’idea di questo albo?
E’ nato da una convergenza: Fatarac voleva fare delle nuove carte in tavola legate alla poesia e io ho suggerito l’argomento dei sentimenti.
L’albo è nato dopo come naturale sviluppo dell’idea.

Perché credi che sia importante un’educazione ai sentimenti?

Perché serve mangiare? Per mantenersi vivi. Anche l’anima ha bisogno di cibo.

Tra i sentimenti descritti dai tuoi versi, qual è quello a cui sei più legata e perché?

Quello del sentirsi contemporaneamente assolutamente soli e meravigliosamente appartenenti a un tutto.  

Janna Carioli

Quello che ricordi meglio della tua infanzia?
Certe rabbie furibonde che da piccola non riuscivo a esprimere.

Nell’immaginare le situazioni che descrivi nei tuoi versi, ti sei mai ispirata a qualche bambina o bambino che conosci realmente?
In questi anni ho incontrato  migliaia di bambini nelle scuole, nelle librerie, nelle biblioteche. Abbiamo chiacchierato tanto.   Ogni bambino è unico, ma ho potuto verificare che i sentimenti sono universali e trascendono le lingue, le nazionalità e le età. Direi che sono stati loro la mia fonte di ispirazione.

Che ruolo hanno avuto le particolarissime illustrazioni di Sonia M.L. Possentini  

nell’elaborazione dei tuoi testi?
I testi sono nati prima delle illustrazioni, dunque non si può parlare di “ruolo”. credo che fra Sonia Possentini e me sia nata una grande sintonia che ha portato entrambe e scrivere e illustrare in grandissima libertà. Infatti le illustrazioni non sono “di commento” al testo, ma hanno vita propria. Così come le poesie. Ma insieme creano una amalgama che io trovo davvero rara.

Il titolo dell’incontro a cui hai partecipato a Mantova era “Bambini irriverenti”, a quale tipo di irriverenza si fa riferimento?

A quella che ti fa guardare con occhio “divergente” a situazioni che di solito si danno per scontate.

Anche Sonia M.L Possentini si è prestata a rispondere alle nostre domande, ecco qui la sua intervista:

Sonia M.L. Possentini

Com’è nata l’idea di questo alfabeto?

In macchina ascoltando musica, (prima non disegnavo con la musica, la separavo dal resto, adesso una persona preziosa mi ha educato), mentre rientravo da un incontro nei paesi colpiti dal terremoto… uno scenario che mi ha tolto fiato.
Non sono attaccata ai confini della mia regione, ma sentimentalmente ne sono pazzamente innamorata.
Quando sono venuta a contatto con i bambini, gli anziani, soprattutto, in quelle tende, ho sentito un sentimento forte, qualcosa che sentivo necessario.
Quando succede una cosa così drammatica, quando la tua vita improvvisamente cambia, si ribalta, ti cambia anche l’alfabeto che utilizzi per le cose, per ciò che hai intorno. Cambia qualcosa.
Così ho sentito che “A” di arancia o di albero, non poteva essere solo così, ma poteva anche essere “A” come amore, come affetti, persi, recuperati… radici proprie.
Così di contro la “P”, non solo palla, pigna, ma Paura… per sconfiggerla, per usarla come arma di forza, per esorcizzarla se serve.
 
Perché credi che sia importante un’educazione ai sentimenti? 
Perché senza, saremmo solo “carne da macello”.
 
Tra i sentimenti descritti dall’autrice e che hai illustrato, qual è quello cui sei più legata e perché?
Non ho dubbi, “D” (N.B di Dolore). Ho avuto dei cani fin da quando ero piccolissima, ero una bambina silenziosa e molto indipendente, ma loro erano davvero il mio mondo, la mia compagnia.
E, la cosa che mi faceva soffrire di più era sentire gli adulti rispondermi che in paradiso i cani non ci andavano… questa cosa mi ha dato tanto “D”.
Quando Janna mi ha letto la poesia al telefono, ho pianto tanto… Sembrava avesse capito che avevo bisogno di un ricordo dolce che a suo modo mi riappacificasse e Janna, senza saperlo, l’ha fatto. Ed io, la ringrazio di avermi sentito.
Quest’albo ha davvero qualcosa di speciale per me… avvicina, riscalda, porta tutto a non abbandonare nessuno, nemmeno me stessa.
 
Quello che ricordi meglio della tua infanzia?
Solo uno?
Ok, “S” (N.B. di Solitudine)
 
Ogni particolare del volto e della postura dei bambini che hai raffigurato nelle tue tavole sembra frutto di uno studio attentissimo. Ti sei mai ispirata a qualche bambina o bambino che conosci realmente?
Ho disegnato molto dal vero, anni e anni di modelli, non ho fatto scuole grafiche, ma volevo fare la restauratrice per cui la necessità di saper disegnare bene il dettaglio era indispensabile così pure la materia e le tecniche pittoriche, “tempo e paglia maturano le nespole” dicono da me, e forse a qualcosa mi è servito.
M’ispiro continuamente ai bambini che vedo e seguo nelle scuole, nelle strade, dappertutto, ma ho anche la fortuna di avere intorno a me le mie nipoti.
Ma poi, basta osservare, lavorare e capire veramente cosa vuoi dire con la tua matita a prescindere se pubblicherai o no.
La scelta di fare bambini così dettagliati nasce esclusivamente da una necessità mia sicuramente, ma anche di renderli protagonisti reali a ciò che racconto.
 
Cosa ti ha ispirato nella scelta dei colori che hai utilizzato?
Non lo so con certezza, forse e sicuramente un certo tipo di cinema, di fotografia, di pittura. Mi piace sospendere le cose, rendere l’atmosfera metafisica dove i colori (sempre scelti) esaltano la parte emozionale che voglio far emergere.
Il bianco è sicuramente una materia che amo molto, come la pagina bianca, ma il mio colore preferito è il rosso, che uso con parsimonia.
Nell’Alfabeto dei Sentimenti volevo in ogni caso che piante e colori riflettessero lo stato d’animo di quel sentimento, diciamo che è stata una scelta di pancia.
Quella che muove tutte le cose, come forse questo libro.
 
Le illustrazioni di L’alfabeto dei sentimenti stanno per essere esposte in mostra. Ce ne vuoi parlare?
Certo!!
A. amore 
B. batticuore
C. curiosità
H. l’importanza della h
L. libertà
M. memoria 
N. nostalgia
P. paura
Q. quiete
…. Z zitto.