Per una terra amica. A tu per tu con Sabrina Giarratana

>>Amica Terra, >>Arianna Papini, >>Sabrina Giarratana, Cosa succede
                                                                      
Sabrina, la ristampa del tuo primo libro AMICA TERRA finalmente è disponibile da qualche settimana nelle librerie.
Sarebbe bello iniziare con un ricordo della prima edizione, cosa ci racconti di quando l’editrice, allora Nicoletta Codignola, ti disse che il tuo progetto sarebbe stato stampato? 
 
Fu una grande emozione, che potrei paragonare a quella che si prova quando si arriva finalmente in cima a una montagna che stai scalando da anni, e che per anni, a volte, hai temuto di non riuscire a raggiungere. E l’emozione fu ancora più grande quando scoprii, un po’ di tempo dopo, che il libro sarebbe stato illustrato da Arianna Papini, che già sentivo molto vicina per sensibilità e sguardo. Il primo libro per un autore è quasi sempre il più difficile da pubblicare perché pochi editori sono disposti a investire su un autore sconosciuto. La Fatatrac ha sempre investito energie e attenzione sugli esordienti e sono davvero grata alle mie due fate madrine Nicoletta Codignola e Arianna Papini.
Sembra che tutta la tua vita professionale, e umana mi viene da aggiungere, sia stata intensamente dedicata alla scrittura? C’è la puoi raccontare?
Ancora prima che alla scrittura è stata dedicata all’ascolto. Da bambina ero timidissima, parlavo poco e mi piaceva ascoltare. Ero affascinata dai suoni delle parole nelle diverse lingue, mia mamma ne parlava cinque e mio papà parlava l’italiano e il dialetto siciliano quando arrivavano i parenti. I miei genitori però litigavano spesso e ho imparato molto presto che le parole sbagliate possono seminare conflitti e che bisogna scegliere bene le parole se si vuole seminare pace. Quando abitavo in campagna mi rifugiavo in mezzo alla natura e trovavo conforto ascoltando il vento e gli uccelli, oppure osservando la minuscola vita delle formiche e facendo lunghe passeggiate con i miei fratelli. Ancora non scrivevo, ma passavo molto tempo a immaginare e inventare storie nella mia testa. La lettura e la scrittura come passioni sono arrivate nell’adolescenza e grazie ad alcuni professori che hanno saputo risvegliare in me l’amore per la letteratura. A ventun anni sapevo solo che volevo scrivere, ma ancora non avevo strumenti ed esperienza per fare la scrittrice, mi pareva un sogno troppo grande e non con i piedi per terra. Ho iniziato a lavorare come copywriter per guadagnarmi da vivere scrivendo e per rendermi indipendente e ho fatto quel lavoro per vent’anni prima di scoprire la scrittura per ragazzi.
Quando hai capito che avresti voluto dedicarti alla scrittura per ragazzi? E perché hai deciso di puntare quasi tutte le tue energie sulla poesia?
L’ho capito quando sono nati i miei figli e ho incominciato a leggere per loro. Li portavo in biblioteca e mi entusiasmavo leggendo capolavori che fino a quel momento erano stati ignoti anche a me. A casa  questi libri restavano sullo scaffale della sala o sul tappeto per una settimana, fino al prossimo viaggio in biblioteca. Leggendo i libri ai miei figli ho riscoperto la letteratura per ragazzi e ho anche incominciato a sognare di scrivere io libri per bambini e ragazzi. Poiché ho sempre amato la poesia e venivo da una lunga esperienza di scrittura, in breve mi è venuto naturale puntare l’attenzione sulle poesie, sulle filastrocche, sulle rime per bambini, scoprendo nella letteratura per ragazzi importanti voci poetiche, oltre a Gianni Rodari, che già avevo conosciuto da bambina, quelle di Roberto Piumini, di Bruno Tognolini, di Toti Scialoja e di molti altri ancora. Così piano piano ho trovato la mia voce.
Veniamo ad Amica Terra. Come è nata l’idea di concentrarti sul tema della natura?
In origine spedii a Nicoletta una raccolta dal titolo Rimamondo: avevo in mente allora di scrivere una specie di Summa in rima del mondo! Che impresa! Nicoletta mi disse che sarebbe stato meglio concentrare l’attenzione su un unico tema e decidemmo di concentrala sulla natura: avevo passato i miei anni più belli immersa nella natura, era giunto il momento di dire grazie.
la veste grafica della prima edizione di AMICA TERRA
Tra queste, quale è stata la poesia che più facilmente è uscita dalla tua penna?
La conta dei silenzi. Sono una cercatrice di silenzi, fin da bambina.
Quale invece è stata più complessa?
La filastrocca della terra. L’ho riscritta diverse volte prima di dire: è questa. Volevo che fosse semplice, ma sconfinata e piena di domande. Come la testa dei bambini.
Questo libro esiste da anni e tu hai sicuramente avuto modo di leggerlo in pubblico, davanti a tanti bambini. E forse è questa la cosa che più ci interessa testimoniare: con che sensazione ne esci?
Gratitudine immensa. I bambini sono i grandi maestri del mondo e da loro imparo tutti i giorni la  meraviglia, la limpidezza e la verità. E le loro dimostrazioni d’affetto danno senso ed energie sempre nuove alla mia scrittura.
 
 
C’è qualche aneddoto in particolare che ti piace ricordare dalle letture a voce alta di Amica Terra ai bambini?
Spesso mi chiedono: come fai a saperle tutte a memoria? E perché  le dici a occhi chiusi? E allora rispondo che prima di scriverle me le devo dire ad alta voce, devo sentire come suonano nelle mie orecchie e mentre me le dico sono a caccia di un senso e di un suono. Quando li trovo e quando le scrivo, le so già a memoria! E poi le dico a loro ad occhi chiusi perché così le ascolto meglio. E a volte invito anche loro a chiudere gli occhi per ascoltarle meglio.
Quali sono i tuoi ‘maestri letterari’?
Se penso a quando ho incominciato ad amare la poesia penso a Ungaretti che legge l’Odissea alla televisione, poi al mio Prof delle medie che legge l’Odissea diventando rosso in viso e ci fa studiare a memoria tutte le tappe del viaggio di Ulisse, poi alla mia Prof del liceo, che diventa rossa leggendo La divina commedia.  Quindi se vado alle origini penso a Omero e Dante per voce di Ungaretti e dei miei professori. Poi, sempre studiando letteratura al liceo, oltre a Ungaretti, Montale e Quasimodo. E dopo, negli anni successivi, Neruda, Dickinson e Hikmet. Per i romanzi, invece, penso a Dostoevskij e Saramago, McEwan, Auster, Durrenmatt, Munro e molti altri. Nella letteratura per ragazzi, Stevenson, Lindgren, Carroll, Pennac, Dahl, Masini, De Mari… Sono davvero tanti i maestri, impossibile dirli tutti.
Quale libro, se è possibile indicarne uno, ti porti nel cuore come il più prezioso dalla tua infanzia?
 “Il buio oltre la siepe” di Harper Lee. Prima mi innamorai del film, a sei anni, identificandomi con Scout Finch, poi lessi il libro che già avevo dieci anni.
“Cosa stai leggendo in questi giorni?
Non lasciarmi di Kazuo Ishiguro.
E ora due consigli: un libro per adulti e uno per ragazzi. Cosa ci suggeriresti? E perché?
Romain Gery

La vita davanti a sé di Romain Gary e Mister Vertigo di Paul Auster, entrambi sia per adulti che per ragazzi. Il primo perché  attraverso il racconto in prima persona di Momo, il ragazzino protagonista del libro, e attraverso il suo sguardo innocente e libero da pregiudizi, ci mostra come si possa essere allevati con amore da una vecchia prostituta e come la vita possa essere bellissima anche nei luoghi apparentemente più miseri. E questo grazie all’incontro con persone di grande spessore umano e dignità, anche se apparentemente squallide. Gary è un maestro di ironia e questo libro è un prezioso compagno di vita. Il secondo  perché non si possono perdere le avventure del Bambino volante e il suo incontro di formazione con il Maestro Yehudi. In questo romanzo il sogno di volare diventa vero. Auster è uno dei più grandi narratori contemporanei.


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